Bellezza senza confini

Quando vediamo la nostra immagine riflessa nello specchio non siamo in grado di piacerci, di amarci, al contrario riusciamo a trovare solo imperfezioni che non permettono di convivere in maniera serena col proprio corpo. Ci si sente sbagliate e si vede tutto ciò che circonda migliore. Non si è in grado di capire che se non si è capace di amarsi nessuno potrà mai rendersi conto di noi, della luce chiusa all’interno del cuore e dell’anima. Bisogna far si che la prima persona che possa scorgere la bellezza nonostante difetti o imperfezioni siamo proprio noi. Oscar Wilde scriveva “Amare se stessi è l’inizio di una lunga storia d’amore”, è il modo migliore per farlo è andare oltre ciò che è un difetto e osservarlo quasi come un punto di forza, quella caratteristica che ci rende inimitabili. Basta poco, basta guardare le cose con occhi diversi e sotto una diversa prospettiva. E’ questo l’atteggiamento di coloro che hanno visto il mondo crollarsi addosso, ma nonostante questo sono riuscite a essere più forti del mondo stesso, hanno fatto si che la luce potesse essere più forte della distruzione stessa. Amarsi è essere in armonia con se stessi, convinte che nulla può sconfiggerci, semmai scalfirci, essendo convinte che si è perfette esattamente per come si è. E’ questo il messaggio che la sfilata no profit intitolata “Bellezza senza confini” tenutasi a Salerno il 10 dicembre ha voluto trasmettere a tutti. L’iniziativa è stata promossa dalla lookmaker salernitana Francesca Ragone di Beyouty per una passerella aperta a donne abili e diversamente abili. Nel Salone dei Marmi del Comune di Salerno, abbattendo così clichè, pregiudizi e luoghi comuni, permettendo di andare oltre tutto, osservando solo la bellezza e la forza delle donne, lo splendore del loro sorriso e dei loro occhi, raggianti e meravigliose. “Mi emoziona tantissimo vedere cosa sono in grado di fare le donne quando si uniscono. Secondo me è un messaggio di forza e speranza per il futuro”, queste le parole della fashion blogger Iaia De Rose presente all’evento, insieme a molti altri ospiti: la compagnia “Croce del Sud” e la cooperativa sociale “Il villaggio di Esteban” hanno insegnato una parte del Jesus Christ Super Star di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice; l’artista Luigia Bressan ha portato in passerella cappelli, maschere e corsetti in cartapesta. Poi, la sfilata conclusiva, introdotta da un monologo sul significato della bellezza. La particolarità che ha reso speciale questa sfilata è stata quella che hanno sfilato anche ragazze costrette alla sedia a rotelle, Angela Avallone, Benedetta De Luca, Angela Cuofano, Anna Adinolfi e Loris Gorga, quattro giovani ragazze accomunate da un unico destino, una vita messa alla prova, difficoltà che le hanno reso più forti e allo stesso tempo consapevoli, hanno deciso di partecipare a quest’evento per far si che altre donne accomunate dal loro stesso destino non si sentano fuori luogo o sbagliate, perché la bellezza risiede in tutti noi, e la disabilità è semplicemente presente negli occhi di chi vuole guardare superficialmente, chi non vuole andare oltre. Pinella Passaro è colei che ha realizzato gli abiti per le modelle e anche lei attraverso la sua dichiarazione ha voluto far comprendere meglio il significato di quest’evento, visto dagli occhi di una stilista “Quasi sempre sono indicati proprio gli stilisti e le loro passerelle quali colpevoli di una bellezza stereotipata e fatta di cliché e recinti di normalità. Ho avvertito questa responsabilità ed ho deciso quindi di mostrare la bellezza di queste donne attraverso l’abito più femminile che esista, il vestito da sposa”. La diversità non è un limite, la bellezza è negli occhi di chi guarda, ma non solo, la bellezza è in coloro che nonostante tutto non si sono arresi, la bellezza è in quei sorrisi ed occhi che continuano a risplendere, la bellezza è nel coraggio di andare avanti. La bellezza siamo noi. 

Manuela Ratti© 

Commenti: 1
  • #1

    Pinella Passaro (giovedì, 14 gennaio 2016 13:33)

    Grazie mille, un bellissimo articolo. Speriamo sia solo il primo di tanti eventi di questo tipo.